Gli stage NON devono essere pagati

Il titolo è volutamente provocatorio, ma non troppo.

L’idea per il post mi è venuta leggendo questo articolo : oltre ogni considerazione, partirei da un punto fondamentale, e cioè che gli stage non possono essere pagati.

Certo, è perfettamente legale (oltre che auspicabile) che sia previsto un rimborso spese per il tirocinante. Se è generoso, tanto meglio.

Ma non una paga, che viene normalmente intesa come “retribuzione in cambio di lavoro”. Questo, perchè il tirocinante non è un lavoratore: non “versa contributi”, non “prende ferie”, non può essere licenziato semplicemente perchè non è mai stato assunto (anche se il tirocinio può essere interrotto senza preavviso da entrambe le parti in qualunque momento).

Se vogliamo fare una riflessione sensata, è bene partire dalle parole: il “contratto di tirocinio” semplicemente non esiste. Con tutte le conseguenze del caso.

Perchè affermo, provocatoriamente, che gli stage non devono essere pagati? Perchè un VERO stage è una esperienza formativa dove, seguito da un tutor e sulla base di un progetto personalizzato, lo stagista svolge un periodo di inserimento in azienda affiancando una o più figure professionali nello svolgimento delle loro attività e maturando quella famosa “esperienza” tanto necessaria in ogni buon curriculum vitae.

Nessuno ti paga per formarti, tanto meno a spese proprie.

Poi cerco di essere realista, e vado a vedere le offerte di stage: carrozziere, fruttivendolo, addetta telemarketing, tirocini offerti a profili over 50 per le attività che svolgono da una vita e stage per laureati (nemmeno tanto “neo”) che si trovano presto a gestire in autonomia intere aree di attività. Per non parlare della ricerca di “tirocinanti esperti”.

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Sarei curioso di leggere il progetto formativo…

Altro che affiancamento.

Pur con tutta la fiducia possibile si vede chiaramente che queste non sono “attività formative”, ma lavori mal pagati ed estremamente precari. Che tuttavia riconoscono un qualche tipo di indennizzo al partecipante, a fronte di un “supporto” dato all’azienda. E che ormai sono comunemente presenti ovunque, anche nelle bacheche di tanti Centri per l’Impiego.

Non sono un ingenuo, capisco bene che la situazione è complessa, è difficile fare esperienza, “pagano” comunque qualcosa e “tanto un lavoro non si trova”.

Ma per favore, un po’ di coerenza: non chiamiamoli stage.

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